Dietro ogni bottiglia di Berlucchi c’è un direttore d’orchestra. È l’esperto enologo che miscela vini diversi per creare quello desiderato, la cosiddetta cuvée, ovvero il mix definitivo che diventerà il protagonista dei brindisi in Italia e nel mondo.
Per realizzare la cuvée è indispensabile saper ascoltare le più sottili sfumature di numerose partite di vini che provengono da differenti varietà e vigneti e che sono state separate in fase di vendemmia.
È una fase delicata che richiede numerose sessioni di degustazione: sono oltre 150 le basi di spumante che vengono assemblate per diventare i nostri futuri Franciacorta.
Quando i lieviti hanno consumato tutti gli zuccheri le bottiglie iniziano l’affinamento nella cantina storica. Qui possono riposare da un minimo di diciotto mesi fino a un massimo di dieci anni.
ScopriOgni Franciacorta nasce da un mix sapientemente calibrato di uve, vini e annate differenti detto anche assemblaggio, o cuvée. Si tratta di una vera e propria ricetta difficile da creare e altrettanto difficile da mantenere costante per sapore e caratteristiche, anno dopo anno. Per farlo ci vuole un esperto enologo che di mestiere si occupa proprio di questo.
Descrivere i vigneti Berlucchi come un posto meraviglioso e poetico non basta. Per rendere l’idea di questo luogo unico dobbiamo parlare anche di ricerca e innovazione.
Viene effettuata rigorosamente a mano e con l’utilizzo di piccole cassette per il trasporto dei grappoli. In questo modo il nostro tesoro arriva integro alla pressatura.
Delicatezza, è la parola chiave che indica il processo di separazione con il quale otteniamo la materia prima da cui tutto ha inizio: il mosto.
Il mosto si trasforma in vino in un ambiente a temperatura controllata e con un ridotto impiego di solfiti: meno del 50% rispetto a quanto concesso dal disciplinare biologico.
È una delicata procedura che può essere eseguita solo da esperti enologi. Si tratta di creare il vino desiderato attraverso l’assemblaggio di vini provenienti da fermentazioni diverse.
Quando i lieviti hanno consumato tutti gli zuccheri le bottiglie iniziano l’affinamento nella cantina storica. Qui possono riposare da un minimo di diciotto mesi fino a un massimo di dieci anni.
Quando i lieviti hanno consumato tutti gli zuccheri le bottiglie iniziano l’affinamento nella cantina storica. Qui possono riposare da un minimo di diciotto mesi fino a un massimo di dieci anni.
Terminato il periodo di affinamento, ciascuna bottiglia viene capovolta e ruotata con un ritmo definito per far scivolare i residui dei lieviti verso l’entrata del collo, a contatto con il tappo.
Le bottiglie capovolte passano attraverso un processo che ne congela solo i colli. In questo modo i residui si bloccano a contatto con il tappo. Poi la bottiglia viene stappata, e il residuo ghiacciato espulso. La piccola perdita di vino viene poi colmata con Franciacorta scelti dall’enologo.
Finalmente viene inserito il tappo di sughero definitivo e vengono apposte le etichette. Ma non è finita perché ora la bottiglia dovrà riposare ancora da un minimo di tre mesi fino a un anno.