Vediamo insieme i termini più importanti che si trovano sulle etichette dei Franciacorta Berlucchi: conoscerli vi aiuterà a scegliere meglio il vino più adatto all’occasione e ai vostri gusti.
In Italia gli unici vini a cui si può aggiungere dello zucchero sono proprio gli spumanti. Anche per questo motivo viene indicato in etichetta il grado zuccherino che il vino possiede.
Dal più secco al più dolce – in grassetto i termini più diffusi – ecco la scala del livello zuccherino presente nei Franciacorta:
Pas dosé, nature, dosaggio zero
Extra brut
Brut
Extra dry
Sec, secco o dry
Demi-sec o abboccato
La percezione del dolce e dell’amaro non è però solo demandata al grado zuccherino e si percepisce bene solo quando le differenze sono elevate.
Anche per un degustatore esperto può essere difficile distinguere un extra brut da un brut, o un extra dry da un dry.
In effetti sì, e questo crea spesso un po’ di confusione, perché un vino extra-dry non è certo amaro, anzi tende a essere quasi dolce.
Oppure la dizione demi-sec che farebbe pensare ad un vino “quasi secco”, e invece è proprio al contrario.
Quindi attenzione all’etichetta se non volete scambiare dolce per amaro.
Altra dizione che troverete in etichetta, esclusivamente nei Franciacorta, è satèn.
Identifica un vino sempre di tipologia brut che ha la caratteristica particolare di avere una pressione inferiore ai 5 bar – quindi con bollicine più delicate – e di essere prodotto solo con uve a bacca bianca, ovvero blanc de blancs. I satén, come dice il nome, sono particolarmente setosi al palato.
Nel caso dei Franciacorta, “riserva” indica un vino che è rimasto sui lieviti per almeno 60 mesi (ben 5 anni).
Quando in un Franciacorta troviamo l’indicazione dell’annata (2008, 2009, eccetera) vuol dire che siamo di fronte a un vino “millesimato”, ovvero dove è indicato l’anno di raccolta dell’uva utilizzata per la produzione di quel vino. Per l’esattezza almeno l’85% del vino contenuto nella bottiglia deve provenire dall’annata indicata in etichetta. I vini millesimati provengono da annate particolarmente fortunate.
Il termine blanc de blancs identifica vini prodotti solo con uve bianche: nel caso del Franciacorta con Chardonnay e Pinot bianco. Blanc de noirs si riferisce ai vini prodotti solo con uve rosse: solitamente Pinot nero. Ma è anche possibile vinificare in bianco un’uva rossa, non dobbiamo stupirci che un blanc de noirs sia di colore bianco.
La dizione rosé identifica uno spumante in cui è presente la totalità o una buona parte di uva a bacca rossa che dona il classico colore rosato. Nel Franciacorta, per esempio, si prevede che il Pinot nero debba essere almeno del 35%.
In alcuni spumanti potreste trovare ancora questa sigla: V.S.Q.P.R.D. che non c’entra con lo storico S.P.Q.R. romano, ma significa Vino Spumante di Qualità Prodotto in Regione Determinata.
Alcune parole sono di chiara origine francese, perché il Metodo classico, un tempo chiamato champenoise, ha avuto origine nella zona di produzione dello Champagne.