La sboccatura serve a eliminare i residui che i lieviti hanno prodotto durante la seconda fermentazione. Per farlo, il collo di ogni bottiglia capovolta viene immerso per qualche centimetro in una soluzione a 25 °C sotto zero per circa quindici minuti. In questo modo i residui di lievito che nella fase di remuage si sono raccolti nel tappo speciale si congelano e diventano un corpo unico con esso.
Per eliminare i residui è sufficiente stappare la bottiglia. Il sedimento congelato viene espulso ma con esso esce anche una piccola quantità di vino e spuma. Per questo motivo, prima della tappatura definitiva, le bottiglie vengono colmate con una piccola quantità di una miscela di vino studiata dall’enologo in modo da esaltare le qualità del prodotto finale.
Finalmente viene inserito il tappo di sughero definitivo e vengono apposte le etichette. Ma non è finita perché ora la bottiglia dovrà riposare ancora da un minimo di tre mesi fino a un anno.
ScopriDescrivere i vigneti Berlucchi come un posto meraviglioso e poetico non basta. Per rendere l’idea di questo luogo unico dobbiamo parlare anche di ricerca e innovazione.
Viene effettuata rigorosamente a mano e con l’utilizzo di piccole cassette per il trasporto dei grappoli. In questo modo il nostro tesoro arriva integro alla pressatura.
Delicatezza, è la parola chiave che indica il processo di separazione con il quale otteniamo la materia prima da cui tutto ha inizio: il mosto.
Il mosto si trasforma in vino in un ambiente a temperatura controllata e con un ridotto impiego di solfiti: meno del 50% rispetto a quanto concesso dal disciplinare biologico.
È una delicata procedura che può essere eseguita solo da esperti enologi. Si tratta di creare il vino desiderato attraverso l’assemblaggio di vini provenienti da fermentazioni diverse.
Quando i lieviti hanno consumato tutti gli zuccheri le bottiglie iniziano l’affinamento nella cantina storica. Qui possono riposare da un minimo di diciotto mesi fino a un massimo di dieci anni.
Quando i lieviti hanno consumato tutti gli zuccheri le bottiglie iniziano l’affinamento nella cantina storica. Qui possono riposare da un minimo di diciotto mesi fino a un massimo di dieci anni.
Terminato il periodo di affinamento, ciascuna bottiglia viene capovolta e ruotata con un ritmo definito per far scivolare i residui dei lieviti verso l’entrata del collo, a contatto con il tappo.
Le bottiglie capovolte passano attraverso un processo che ne congela solo i colli. In questo modo i residui si bloccano a contatto con il tappo. Poi la bottiglia viene stappata, e il residuo ghiacciato espulso. La piccola perdita di vino viene poi colmata con Franciacorta scelti dall’enologo.
Finalmente viene inserito il tappo di sughero definitivo e vengono apposte le etichette. Ma non è finita perché ora la bottiglia dovrà riposare ancora da un minimo di tre mesi fino a un anno.