Davide Oldani e Berlucchi ’61 Nature Rosè 2011
Gli chef.
Creativi o tradizionalisti, perfezionisti sempre.
Campioni del made in Italy ai fornelli,
testardamente innamorati del loro lavoro.
Abbiamo ascoltato gli chef raccontare la loro cucina.
Testimoni della narrazione i loro piatti,
accompagnati da una flûte di ’61 Nature Rosè 2011, il nuovo nato in casa Berlucchi.
Dal racconto è nato UNO CHEF UN VINO, il ritratto in movimento di due belle personalità.
Seguiteci e scopritele con noi.
Il nostro viaggio nella cucina d’autore ci fa incontrare questa volta Davide Oldani.
Davide Oldani, ideatore della cucina POP, è un esempio di passione e determinazione. Il suo percorso è in continua evoluzione, spinto inesorabilmente dalla ricerca della qualità.
Milanese di nascita, dopo la formazione iniziale all’istituto alberghiero, lo chef inizia la sua carriera al fianco di Gualtiero Marchesi e successivamente di lbert Roux a Londra, Alain Ducasse a Montecarlo e Pierre Hermé a Parigi. Questo bagaglio di esperienze nelle alte cucine di tutta Europa sfocia nel 2003 nell’apertura del D’O a Cornaredo, riportando Davide in provincia di Milano e facendogli ottenere subito la stella Michelin.
Chef, imprenditore, designer, scrittore, artista sono solo alcuni dei ruoli che Davide Oldani ha ricoperto dal 2003 ad oggi, valendogli il riconoscimento non soltanto delle più celebri guide culinarie, ma anche di alcune delle più note Università economiche.
I suoi ingredienti? La passione per la vita e per il rischio, ma è la volontà di ospitare nel modo migliore possibile e “all’italiana” che ha spinto lo chef ad intraprendere molti dei suoi progetti. È in questa ospitalità che le idee di POP e le innovazioni di design di Oldani trovano le loro radici: un valore aggiunto al piatto che gli avventori del D’O ritrovano in ogni dettaglio.
“Con Berlucchi c’è una reciproca stima che ci porta a fare qualità per l’Italia”: così lo chef ha ideato per Berlucchi ’61 Nature Rosè 2011 un abbinamento d’eccezione, lasciandosi ispirare dal suo colore e reinterpretandolo in chiave giocosa e stagionale con dei cubetti di anguria.
Il suo piatto: “Anguria, coste di lattuga, semi di oliva e fregola” è un gioco di equilibri e di contrasti che vengono ritrovati e bilanciati da questo Franciacorta millesimato.
La complessità data dal pinot nero affinato cinque anni in bottiglia viene bilanciata dal contrasto dolce-amaro di anguria e semi di oliva, mentre il perlage finissimo trova perfetto contraltare nella mantecatura cremosa della fregola. Da provare!